Post by Ermentrude BDimmi qualcosa di convincente, che mi sento in
debito col vecchio Stevie! :)
Posso intromettermi?
Mmmm... vediamo... una cosa gustosa ma senza spoiler... le pistole di
Roland sono state fatte fondendo Excalibur.
Non è una battuta... I pistoleri sono gli ultimi discendenti di Arthur
Eld... Re Artù paro paro...
Comunque al di là delle innumerevoli simbologie che sicuramente NON ho
colto (mi sa che non ne ho colta nessuna eh...) c'è un respiro epico nella
saga della Torre Nera che ho trovato da pochissime altre parti. Pur nella
enorme penuria di personaggi (pero' su 8 o 9 libri anche se ne usi pochi
per libro il totale è notevole eh...) si vive l'enorme tragedia del mondo
di Roland.
Ed è un immenso "unisci i puntini" di tutta la carriera di King eh... tutte
le cose "poco chiare" degli altri romanzi... quelle un po' più metafisiche
(la tartarugona di IT, il prete rinnegato di Salem's Lot, roba che trovi in
Insomnia, il "demone" de l'Ombra dello Scorpion e così via) restano "poco
chiare" ma vengono riunite in un enorme arazzo più fantasy che horror del
quale si riesce a vedere la trama d'insieme... Sembra quasi che sia stato
progettato così dall'inizio...
E poi a me sembrava di vederlo il medio-mondo... mi vedevo Clint Eastwood
che camminava nel deserto (perchè il pistolero è palesemente il grandissimo
"attore dalle due espressioni: con e senza cappello"), mi vedevo il
giovanissimo Pistolero mentre fa il rito di iniziazione, mi vedevo gli
enormi sacrifici che deve fare per mantenere fede al suo ruolo di moderno
cavaliere. Ho visto il dramma del treno robotico, la casa mostruosa, i
clamorosi paradossi temporali come se fossero esattamente al posto giusto.
Ho visto Susannah, Edie, Jack... ho "sentito" il ka-tet.. Ho visto il
monomaniaco Roland (tutto pur di ottenere il suo scopo) umanizzarsi con il
passare dei libri e costretto comunque a perseguire uno scopo e a pagarne
le conseguenze.
La Torre nera è un enorme autocelebrazione di Stephen King... ma
un'autocelebrazione autocritica, autoironica e profondamente sentita...
un'autocelebrazione molto più mirata di quanto sembra ora dalle mie parole:
pensa (e non ti dico di pù) che uno dei personaggi della serie è Stephen
King stesso.
Direi che ho visto un King meno commerciale del solito...
Tra parentesi questo piacevole ricordo è arrivato un po' dopo la lettura
dell'ultimo romanzo... un po' come se aver lasciato sedimentare un po' la
storia e riuscendo ad allontanarsene per avere una visione d'insieme sia
stato in realtà il metodo giusto per poter apprezzare l'immane lavoro di
King...
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Noi che nella vita abbiamo vinto quando abbiamo scelto per chi tifare.