Selinunte
2010-11-02 14:32:01 UTC
Ciao a tutti,
dal momento che uno dei cardini delle nostre discussioni da
quest'estate in avanti è sempre stato il modulo di gioco di Lerda
(giusto o sbagliato?) e i giocatori che gli abbiamo comprato per
permetterglielo, ho deciso di guardarmi definitivamente allo specchio
ed ammettere la mia ignoranza in merito. Pendo sempre da tutte le
vostre labbra quando si parla di moduli e giocatori adatti a questo o
a quel determinato modulo.
In breve, facendo una semplicissima ricerca di studio sono caduto in
questo link:
http://www.scribd.com/doc/3220596/Levoluzione-di-un-sistema-di-gioco4231-Autore-Mario-Somma
dove l'ex allenatore di Cavese, Arezzo ed Empoli si dilunga sulle
spiegazioni del suo modulo di gioco preferito, appunto il 4-2-3-1.
Chi di voi vorrà cibarsene potrà andarlo a leggere (è un pò lungo) ma
di tutto quello che dice mi è rimasto un concetto di base:
Secondo lui questo modulo può essere fatto SENZA fare un mercato
particolarmente mirato ma basandosi un parco giocatori che
"mediamente" ogni squadra acquista".
Si sofferma su ogni ruolo ed ecco cosa dice:
PORTIERE Io non ho preferenze per un tipo di portie- re rispetto ad un
altro Se non è già chiara una graduatoria, ad inizio stagione i
portieri a disposizione partono alla pari ed, insieme al mio
collaboratore, valuto vari aspetti per decidere il titolare. In
generale, voglio che i portieri vivano molto con la squadra, per- ché
devono conoscere tutti i dettami collettivi da me proposti, non solo
per la fase difensiva, ma anche per quella di possesso palla. Andando
più nello specifico, in virtù di una squadra che si difen- de in una
posizione medio-bassa, il mio portiere deve saper leg- gere
prontamente le situazioni. Questa è la capacità più importante che
deve avere. Non ho distinzioni sull’aspetto fisico, perché credo che
se un por- tiere è sveglio e deciso, sappia uscire nelle traiettorie
alte e bas- se, anche in mezzo ai suoi compagni e gli avversari.
CENTRALI DI DIFESA Sono i veri difensori che uso nel mio schieramento
Credo che tendenzialmente debbano essere ben messi a livello fi- sico,
avere centimetri utili per opporsi sui palloni alti, durante il gioco
su azione o le palle inattive. Sono giocatori che devono mostrare
intelligenza tattica e com- portarsi di conseguenza. Devono evitare,
ad esempio, l’irruenza negli interventi per ri- schiare il fallo.
Devono invece saper scegliere quando marcare, fino addirittura a
trovare l’anticipo, ma altresì capire quando occupare uno spazio o
coprire il compagno. Questi giocatori, per la posizione che ricoprono,
determinano molti movimenti sincronizzati della difesa. Con palla nei
piedi, il loro compito è semplice. Devono acquisire il cambio di gioco
sull’ala opposta, anche se disturbata, ed, in linea di massima, saper
gestire la costruzione quando la squadra avversaria è tutta chiusa
nella sua metà campo
TERZINI Questi giocatori devono avere corsa, quindi essere resistenti,
per- ché sono tra quelli che possono dare linfa vitale all’azione
offen- siva, per poi rientrare in posizione il prima possibile. In
questo ruolo posso, infatti, utilizzare pedine che sanno attac- care,
ossia correre in avanti ed avere predisposizioni offensive. Credo che
soltanto questa propensione coraggiosa, limiti i pro- blemi che
avrebbero se gli stessi giocatori dovessero rimanere più fermi in
attesa. A livello difensivo, possono prendere confidenza senz’altro
nella posizione, se non nella vera marcatura.
MEDIANI I due giocatori qui usati, hanno caratteristiche e compiti
diversi. Uno è più legato al reparto di difesa e l’altro di più con
quello d’attacco. Il primo è quello che deve avere sagacia tattica per
garantire equilibrio e gestione. Le sue qualità fisiche sono di un
normale centrocampista che sa regolare le sue energie. Senza essere
per forza un costante riferimento per le manovre di costruzione, è
meglio che sia ordinato nel gioco e intelligente nel- l’interdizione.
Il secondo è invece un giocatore con elevata potenza aerobica. Dopo
aver dato in mezzo al campo sostanza difensiva con rad- doppi in ogni
direzione, deve proiettarsi in avanti, come i terzini. Deve inserirsi
diventando un’arma importante in fase offensiva.
TREQUARTISTA Questo giocatore è molto importante al punto che, se non
ce l’ho, cerco d’individuarlo lo stesso nel gruppo, perché la sua
presenza è davvero efficace.
Il mio trequartista può essere, come ho già detto, un centrocampista
centrale prestante.
Questo per dire che può non essere quel giocatore estremamen- te
tecnico e molto solista, bravo anche a fare la differenza in di- verse
partite. In realtà questo tipo di giocatore non mi dà garanzie certe,
perché nel tempo rischia di togliere energie ai compagni che
dovrebbero muoversi molto per permettergli di dribblare ed
“assistere”meglio. Due sono a quel punto gli inconvenienti: economia
fisica in peri- colo e scompaginamento delle posizioni Le mie esigenze
sono soddisfatte piuttosto da un giocatore poli- valente che non è
disordinato ma essenziale. I suoi movimenti ne scatenano altri e le
sue qualità tecniche, in ogni caso elevate, possono far “saltare il
banco”. Infatti, deve essere più mezza punta che mezzo centrocampista.
Non mi serve che venga incontro per fare gioco: quella è una
componente, ma non è la preponderante. Egli deve essere un
trequartista che sappia segnare In queste posizioni possono giocare
quelli che sono considerati ali vere, ma anche centrocampisti
offensivi o attaccanti mobili. Sono giocatori molto dotati
tecnicamente, in grado d’effettuare controlli palla, dribbling, assist
e conclusioni.
Come qualità fisiche, devono avere, di base, rapidità e velocità e,
più sono resistenti, meglio è.
Utilizzo giocatori destri di piede a sinistra e viceversa, perché mi
danno una serie di vantaggi per le manovre di squadra e permet- tono a
loro d’esprimersi con efficacia.
CENTRAVANTI È la pedina che gioca in posizione più avanzata. Giocando,
spalle alla porta, in mezzo alle difese, si richiede che sia dotato
fisicamente. È il vertice capace di fare sponde, difendere palla e
proporsi per concludere a rete in zone precise dell’area di rigore.
Deve, con sacrificio, essere un riferimento per tutti.
Ad esempio, lo deve essere anche quando la palla è agli avversari in
zona arretrata.
Insieme al trequartista, è, infatti, il giocatore che indirizza il
gioco avversario e che evita agli avversari di tornare indietro ed
andare a giocare dalla parte opposta.
Secondo voi siamo così lontani, come rosa, da tutto questo?
E confermo la mia ignoranza...
Scusate la lunghezza del post
dal momento che uno dei cardini delle nostre discussioni da
quest'estate in avanti è sempre stato il modulo di gioco di Lerda
(giusto o sbagliato?) e i giocatori che gli abbiamo comprato per
permetterglielo, ho deciso di guardarmi definitivamente allo specchio
ed ammettere la mia ignoranza in merito. Pendo sempre da tutte le
vostre labbra quando si parla di moduli e giocatori adatti a questo o
a quel determinato modulo.
In breve, facendo una semplicissima ricerca di studio sono caduto in
questo link:
http://www.scribd.com/doc/3220596/Levoluzione-di-un-sistema-di-gioco4231-Autore-Mario-Somma
dove l'ex allenatore di Cavese, Arezzo ed Empoli si dilunga sulle
spiegazioni del suo modulo di gioco preferito, appunto il 4-2-3-1.
Chi di voi vorrà cibarsene potrà andarlo a leggere (è un pò lungo) ma
di tutto quello che dice mi è rimasto un concetto di base:
Secondo lui questo modulo può essere fatto SENZA fare un mercato
particolarmente mirato ma basandosi un parco giocatori che
"mediamente" ogni squadra acquista".
Si sofferma su ogni ruolo ed ecco cosa dice:
PORTIERE Io non ho preferenze per un tipo di portie- re rispetto ad un
altro Se non è già chiara una graduatoria, ad inizio stagione i
portieri a disposizione partono alla pari ed, insieme al mio
collaboratore, valuto vari aspetti per decidere il titolare. In
generale, voglio che i portieri vivano molto con la squadra, per- ché
devono conoscere tutti i dettami collettivi da me proposti, non solo
per la fase difensiva, ma anche per quella di possesso palla. Andando
più nello specifico, in virtù di una squadra che si difen- de in una
posizione medio-bassa, il mio portiere deve saper leg- gere
prontamente le situazioni. Questa è la capacità più importante che
deve avere. Non ho distinzioni sull’aspetto fisico, perché credo che
se un por- tiere è sveglio e deciso, sappia uscire nelle traiettorie
alte e bas- se, anche in mezzo ai suoi compagni e gli avversari.
CENTRALI DI DIFESA Sono i veri difensori che uso nel mio schieramento
Credo che tendenzialmente debbano essere ben messi a livello fi- sico,
avere centimetri utili per opporsi sui palloni alti, durante il gioco
su azione o le palle inattive. Sono giocatori che devono mostrare
intelligenza tattica e com- portarsi di conseguenza. Devono evitare,
ad esempio, l’irruenza negli interventi per ri- schiare il fallo.
Devono invece saper scegliere quando marcare, fino addirittura a
trovare l’anticipo, ma altresì capire quando occupare uno spazio o
coprire il compagno. Questi giocatori, per la posizione che ricoprono,
determinano molti movimenti sincronizzati della difesa. Con palla nei
piedi, il loro compito è semplice. Devono acquisire il cambio di gioco
sull’ala opposta, anche se disturbata, ed, in linea di massima, saper
gestire la costruzione quando la squadra avversaria è tutta chiusa
nella sua metà campo
TERZINI Questi giocatori devono avere corsa, quindi essere resistenti,
per- ché sono tra quelli che possono dare linfa vitale all’azione
offen- siva, per poi rientrare in posizione il prima possibile. In
questo ruolo posso, infatti, utilizzare pedine che sanno attac- care,
ossia correre in avanti ed avere predisposizioni offensive. Credo che
soltanto questa propensione coraggiosa, limiti i pro- blemi che
avrebbero se gli stessi giocatori dovessero rimanere più fermi in
attesa. A livello difensivo, possono prendere confidenza senz’altro
nella posizione, se non nella vera marcatura.
MEDIANI I due giocatori qui usati, hanno caratteristiche e compiti
diversi. Uno è più legato al reparto di difesa e l’altro di più con
quello d’attacco. Il primo è quello che deve avere sagacia tattica per
garantire equilibrio e gestione. Le sue qualità fisiche sono di un
normale centrocampista che sa regolare le sue energie. Senza essere
per forza un costante riferimento per le manovre di costruzione, è
meglio che sia ordinato nel gioco e intelligente nel- l’interdizione.
Il secondo è invece un giocatore con elevata potenza aerobica. Dopo
aver dato in mezzo al campo sostanza difensiva con rad- doppi in ogni
direzione, deve proiettarsi in avanti, come i terzini. Deve inserirsi
diventando un’arma importante in fase offensiva.
TREQUARTISTA Questo giocatore è molto importante al punto che, se non
ce l’ho, cerco d’individuarlo lo stesso nel gruppo, perché la sua
presenza è davvero efficace.
Il mio trequartista può essere, come ho già detto, un centrocampista
centrale prestante.
Questo per dire che può non essere quel giocatore estremamen- te
tecnico e molto solista, bravo anche a fare la differenza in di- verse
partite. In realtà questo tipo di giocatore non mi dà garanzie certe,
perché nel tempo rischia di togliere energie ai compagni che
dovrebbero muoversi molto per permettergli di dribblare ed
“assistere”meglio. Due sono a quel punto gli inconvenienti: economia
fisica in peri- colo e scompaginamento delle posizioni Le mie esigenze
sono soddisfatte piuttosto da un giocatore poli- valente che non è
disordinato ma essenziale. I suoi movimenti ne scatenano altri e le
sue qualità tecniche, in ogni caso elevate, possono far “saltare il
banco”. Infatti, deve essere più mezza punta che mezzo centrocampista.
Non mi serve che venga incontro per fare gioco: quella è una
componente, ma non è la preponderante. Egli deve essere un
trequartista che sappia segnare In queste posizioni possono giocare
quelli che sono considerati ali vere, ma anche centrocampisti
offensivi o attaccanti mobili. Sono giocatori molto dotati
tecnicamente, in grado d’effettuare controlli palla, dribbling, assist
e conclusioni.
Come qualità fisiche, devono avere, di base, rapidità e velocità e,
più sono resistenti, meglio è.
Utilizzo giocatori destri di piede a sinistra e viceversa, perché mi
danno una serie di vantaggi per le manovre di squadra e permet- tono a
loro d’esprimersi con efficacia.
CENTRAVANTI È la pedina che gioca in posizione più avanzata. Giocando,
spalle alla porta, in mezzo alle difese, si richiede che sia dotato
fisicamente. È il vertice capace di fare sponde, difendere palla e
proporsi per concludere a rete in zone precise dell’area di rigore.
Deve, con sacrificio, essere un riferimento per tutti.
Ad esempio, lo deve essere anche quando la palla è agli avversari in
zona arretrata.
Insieme al trequartista, è, infatti, il giocatore che indirizza il
gioco avversario e che evita agli avversari di tornare indietro ed
andare a giocare dalla parte opposta.
Secondo voi siamo così lontani, come rosa, da tutto questo?
E confermo la mia ignoranza...
Scusate la lunghezza del post